Il parco di Gleisdreieck è sicuramente uno di quegli interventi di recupero urbano, che fanno della capitale tedesca uno dei punti di riferimento dell’architettura contemporanea.
Un’ ex zona di snodo ferroviario, di circa 26 ettari nell’area ovest di Kreuzberg, che grazie alla sua trasformazione ha reso possibile la continuità dei tessuti limitrofi della città e l’utilizzo di questa area per il tempo libero (all’aria aperta) dei cittadini.
Nel parco convivono due anime: una parte selvaggia in cui sembra che la natura si sia rimpossessata, avendone il sopravvento, di quella terra che l’uomo aveva preso in prestito per le linee ferroviarie ed una parte dove la progettazione del verde urbano ha uno spirito decisamente più razionale.
I cavalcavia della U-Bahn ed il passaggio dei treni della S-Bahn caratterizzano lo skyline del parco ricordando la vocazione industriale dell’area.
Tutto il parco è pieno di sentieri ciclo pedonali asfaltati che permettono di spostarsi con disinvoltura tra le varie attrazioni del parco, pensate per tutte le fasce d’età: aree recintate per i più piccoli dotate di costruzioni “avventura” in legno, aree dove è possibile realizzare delle costruzioni in legno dando sfogo alla propria creatività, macchinari per l’ outdoor fitness, campi da calcetto, campi da basket, piscine realizzate appositamente per i poll riders (skateboard, rollerblade), campi da beach volley ( che nel periodo invernale vengono coperti da strutture)…
La progettazione del verde tiene sapientemente in considerazione la successione delle stagioni con l’utilizzo di piante che all’occorrenza regalano vari effetti scenici.
Nel parco è presente una vasta zona di orti urbani, in cui i vari affidatari dei terreni, hanno la possibilità di lavorare la terra (pur rimanendo in città) realizzando orti ricchi di fiori e primizie stagionali.
L’ illuminazione del parco permette di utilizzare i sentieri in tutti gli orari della giornata.
Il parco, grazie alla presenza del verde e delle attrezzature, riesce a regalare la spensieratezza a tutti i fruitori con la sensazione di essere “tornati bambini”.
Photo by Federico Cappellin